Club ufficiale proprietari Honda VFR
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Il regolatore

Dietro questo termine, si cela un dispositivo elettronico di fondamentale importanza per il funzionamento della VFR (dei mezzi a motore in genere ); fortunatamente, come molti ammennicoli elettronici, ha lo sgradevole vizio di rompersi e questo è bel problema soprattutto per il portafogli visto il considerevole costo.

Se acquistato come ricambio originale, il suo prezzo oscilla fra le 350.000 e le 520.000, secondo ovviamente il modello incriminato (quotazioni agosto 2001); la provvidenza e la intraprendenza dei VFRristi di mezzo mondo, ha fatto sì che venissero individuate diverse soluzioni alternative sia per prolungare la vita al dispositivo, sia per risparmiare diversi denari.

Scopo di questo articolo è prendere in esame i vari aspetti del problema fornendo una panoramica che è, fortunatamente, lungi dall’essere completa vista la continua evoluzione delle sperimentazioni in corso… che fa ben sperare per il futuro.

Nel testo saranno adottate terminologie volutamente semplificate per dar modo a tutti di poter comprendere l’argomento.




A COSA SERVE IL RADDRIZZATORE – REGOLATORE

La parte elettrica della motocicletta (come le automobili) necessita di una TENSIONE di circa 12 Volts per funzionare correttamente, tale tensione deve essere opportunamente “livellata” sia nella forma (cfr. Corrente Continua) che nel valore (appunto i 12 Volt ).

Considerate che il dispositivo preposto a GENERARE elettricità è l’ALTERNATORE e che questo produce ben oltre 80-100 Volts e per giunta di forma non compatibile con l’impianto elettrico (Corrente Alternata).

Ed è qui che si inserisce il RADDRIZZATORE-REGOLATORE in questione.



Il suo compito è trasformare (Raddrizzare) la forma della tensione prodotta dall’alternatore che quindi passa da Alternata a Continua, nonchè portare il valore della Tensione fissandolo al valore richiesto (Regolare).

Detto così appare un compito di estrema facilità ed in effetti lo sarebbe se non fosse per alcune condizioni che purtroppo vanno rispettate.

Una delle principali è lo SPAZIO – visto che sulla moto questo non abbonda, i progettisti hanno dovuto adottare soluzioni costruttive estreme che, come vedremo più avanti, sono fonte di problemi.




COSA C’E’ DENTRO

Pochissimi componenti elettronici – alcuni attivi altri passivi che le esigenze di spazio vogliono integrati e distribuiti su un’unica piastrina di materiale isolante.


Tralasciamo il tedioso esame del funzionamento specifico che ci porterebbe decisamente lontani dall’obiettivo di questo articolo.

Il circuito è racchiuso in un contenitore metallico ove esso stesso ne costituisce il fondo, mentre il resto dello spazio è occupato da una colata di RESINA epossidica che ha triplice funzione: MECCANICA – per fissare il circuito al contenitore, ISOLANTE – per proteggere i componenti dall’umidità, TERMOCONDUTTIVA per portare verso la parte metallica dell’involucro il calore generato dal dispositivo nello svolgimento delle sue funzioni.

Nelle versioni VFR più antiche (RC24 e RC36) l’apparecchio aveva dimensioni ridottissime, con l’avvento della nuova RC46, il Regolatore si è visto crescere in ingombro e dotare di generose ALETTE di RAFFREDDAMENTO.

REGOLATORE VFR800 RC46




CALORE

Il Raddrizzatore-Regolatore nel suo compito si trova a dover disperdere una notevole quantità di energia che, nel suo caso, viene trasformata in calore dai vari componenti elettronici.

Il Calore è UNA delle cause della prematura rottura del dispositivo.

L’operazione di smaltimento è certo affidata al contenitore metallico ma l’infelice posizione nella quale è posizionato il dispositivo sulle VFR 750 non è certo d’aiuto .. anzi.

Sulla versione 800 la situazione è migliorata se vista dal punto di vista “marciante” ma non va per nulla bene se considerata nel traffico (o in una interminabile coda).

In entrambi i casi, il calore del MOTORE non consente lo scambio termico e dopo un congruo numero di chilometri, anche il TELAIO – ove è fissato il dispositivo – non è più d’ausilio come radiatore passivo.

C’è da dire che le giunzioni dei semiconduttori moderni hanno temperature di fusione molto superiori ai 100°, ma certamente lo stress termico riduce la longevità e rende più critico un componente strutturalmente viziato dalla nascita.

Facendo un esempio, sul dispositivo montato su una RC36 è stata rilevata una temperatura di 70°c dopo un breve utilizzo del mezzo, mentre in analoghe condizioni, su una RC46 è stata rilevata una temperatura di circa 50°c: come vedete, la presenza di alettatura ha la sua importanza!




VIBRAZIONI

Il fatto che all’interno del dispositivo non vi siano componenti dalle parti mobili non vuol dire che essi non risentano dei deleteri effetti delle vibrazioni trasmesse dal motore a certi regimi di rotazione.

Basti ricordare che, proprio i componenti più pregiati sono “depositati” come un .. wafer sulla piastrina isolante, considerando che si tratta di microscopiche “piastrine” di Silicio non è difficile immaginare la loro possibile sensibilità alle sollecitazioni.

Le stesse vibrazioni che vengono avvertite su manubri, pedane, etc attraversano incessantemente tutta la struttura, sia pur con RISONANZE e quindi INTENSITA’ diverse.

Non è escluso quindi che, nella vita di un Regolatore, le vibrazioni abbiano un ruolo determinante con l’incidenza casuale medesima del problema termico.

Di fatto è utile provvedere ad isolare meccanicamente (per quanto possibile) il contenitore del Regolatore nei casi ove esso sia fissato al telaio.




IMPIANTO ELETTRICO e REGOLATORE

Sovente viene incolpato il Raddrizzatore-Regolatore come causa di FUSIONE della BATTERIA.

In verità è possibile il contrario, o meglio: che la causa scatenante sia stata proprio una BATTERIA in pessimo stato che, sovraccaricando il dipositivo, ne ha causato la rottura nella modalità più insidiosa.

In questa eventualità, l’apparecchio non LIVELLA più la tensione dell’ALTERNATORE fornendo in uscita tensioni spropositate che causano il processo di distruzione dell’accumulatore.

Un CONTROLLO periodico della carica della BATTERIA è necessario per monitorare l’insorgere di situazioni anomale.

A questo proposito, vi invito a leggere l’apposito ARTICOLO Tecnico che descrive i pochi elementari CONTROLLI da eseguire con una certa frequenza.




PREVENIRE

Assodato ormai che le cause più apparenti di prematura rottura del dispositivo sono CALORE e VIBRAZIONI (una volta esclusa la BATTERIA come causa scatenante) non è male porre in atto opportune contromisure per affrancarsi da tale eventualità.

Per aumentare la possibilità di smaltire il calore in eccesso vi sono un paio di strade percorribili ed attuabili da tutti coloro che hanno un minimo di abilità manuale.

Sia che si parli di RC24, RC36 il problema si riduce a FORNIRE una superficie radiante MAGGIORE al contenitore del Regolatore e, se possibile, di una miniventola che aspiri/soffi (secondo i casi) sul complesso stesso per favorire la dispersione termica (è il caso della RC46).

Cosa occorre? Poco materiale, relativamente economico e facilmente reperibile.

Per vedere un esempio di montaggio su una VFR 750 RC36 vai all’articolo “Raffreddamento regolatore su VFR 750 RC36 e considerazioni varie (by L. Fiordelmondo)

Un ulteriore suggerimento per una VFR 750 RC36 (in inglese) è visibile nell’articolo “Rettification (rel. 3 – by Andrew)

Come premesso, per le versioni 750 è consigliato il “kit” completo per raffreddare il Regolatore mentre per le 800, dotate di un dispositivo generosamente alettato, è consigliata la sola ventolina.

Per vedere un primo esempio di raffreddamento del regolatore su una VFR800 RC46 vai all’articolo “Raffreddamento regolatore VFR800 RC46 – Sistema attivo (by A. Rimondi)

Per vedere un secondo esempio di montaggio su una VFR800 RC46 vai all’articolo “Ventolina per regolatore VFR800 RC46 (by J. Bettella)

Per vedere un terzo esempio di montaggio su una VFR800 RC46 vai all’articolo “Raffreddamento regolatore VFR800 RC46 – Sistema passivo (by M. Boraschi e S. Oppici)

In TUTTI i casi, si potrebbe adottare un’ulteriore accorgimento per mettere il dispositivo al riparo dalle VIBRAZIONI.

E sufficiente interporre fra esso ed il telaio, dei DISTANZIATORI in gomma; ad esempio delle guarnizioni cilindriche per rubinetti vanno benissimo (diametro 20mm circa spessore 4mm ).



SOLUZIONI ALTERNATIVE

E’ possibile realizzare un omologo circuito elettronico con l’elettronica “fai da te” ma lo scoglio da superare rimarrebbe l’INGOMBRO certamente maggiore e naturalmente i soliti noti problemi.

Certo, questa strada è a portata di mano e la tentazione è forte poichè con la spesa di circa 1/10 del costo-ricambio ufficiale, è possibile realizzare interessanti soluzioni, ma le considerazioni di cui sopra hanno finora scoraggiato esperienze in questo senso.

E allora occorre rassegnarsi a sborsare somme esorbitanti per poter risolvere il gravoso problema?

Niente affatto! Fortunatamente la “concorrenza” (e non solo quella) ci offre una pletora di valide alternative decisamente più economiche.

Ma prima di esultare e considerare chiuso il problema, sappiate che ANCHE questi dispositivi ..alternativi soffrono dei medesimi mali.

Il lato positivo è che – a parità di (possibile) durata, il costo è decisamente inferiore.

Per fare un esempio, un Regolatore adattabile per una RC36 lo reperite a circa 50 Euro contro gli oltre 200 Euro del ricambio specifico!

Diverse sono le aziende produttrici di Rettificatori/Regolatori ed i VFRristi di mezzo mondo ne collaudano in continuazione: Electrex, Lombardini, Ducati Energia, etc.

Ma senza andare troppo lontano, la stessa Honda produce dei regolatori, destinati ad altri motocicli, che alcuni proprietari di VFR RC24 e RC36 hanno provato con soddisfazione, con il pregio di non dovere modificare spinotti (connettori) o altro.

Per queste versioni è possibile sostituire il dispositivo originale con altre produzioni dal costo più contenuto.

Il regolatore in figura appartiene ad uno Scooter di grossa cilindrata ed è sostituibile all’originale SENZA alcuna modifica; ulteriore pregio è il suo costo: circa 50 – 65 Euro !

Le RC46 tipo W e X sono state dotate di dispositivo diverso nelle dimensioni, nei contenuti e purtroppo anche nel prezzo (oltre 250 Euro ! ). Sono pero’ disponibili regolatori equivalenti che si possono trovare a 100-150 Euro, ad esempio QUI

Le RC46 II tipo Y e 1 (le catalizzate) sono state dotate di un ULTERIORE MODELLO di regolatore che presenta UN terminale in più (connesso direttamente alla centralina PGM-FI) rispetto a quello della RC46 del ‘98-99.

Questo dispositivo NON può essere (per ora) sostituito con altri cloni, nè tantomeno con quello che equipaggia la RC 46 W e X: naturalmente sono in corso sperimentazioni per ovviare all’inconveniente.

CONCLUSIONI

La complessità di costruzione di un motociclo è fuori discussione ed è accettata la possibilità di restare appiedati per qualche malfunzionamento di uno dei tanti componenti, la perplessità (e lo sgomento) sorge quando ci si vede presentare il conto in merito alla loro sostituzione.

Import/export, leggi di mercato, etc.. pesanti macigni che gravano sui pezzi di ricambio facendone lievitare (tropo spesso senza ragione) i prezzi e qui, tornando all’oggetto di questo articolo, tolgono i sonni a migliaia di orgogliosi proprietari della Sport Touring più venduta del Mondo.

Fortunatamente le menti abbondano e dovendo fare di necessità virtù, laddove gli organi competenti fanno orecchi da mercante (appunto), le soluzioni si presentano giorno per giorno con lo scopo di risparmiare (se non risolvere definitivamente il problema ) qualcosa su un bene – insostituibile per gli appassionati – ma ancora considerato un “lusso” dal resto della società.

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